14ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
- don Luigi
- 4 lug
- Tempo di lettura: 14 min
Lc 10,1-12.17-20
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Nel Vangelo di oggi noi vediamo Gesù che, a coloro che lo stanno seguendo, affida subito una missione da svolgere. Sentiamo: Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Chi sono questi 72 che compaiono all’improvviso nel Vangelo secondo Luca? Di loro non si è parlato prima e in seguito nessuno più si ricorderà di loro. Non è un’informazione quella che l’evangelista ci vuole dare, per cogliere il messaggio dobbiamo richiamare il significato simbolico dei numeri nella Bibbia: il numero 72 indica tutti i popoli della terra! C’era Israele e altre 72 nazioni pagane che costituivano l’umanità intera, inoltre, il numero 72 è il risultato di 6 volte 12! Il numero 6 è il simbolo dell’imperfezione, manca ancora uno per arrivare a 7. A questi 6, 12 se noi aggiungiamo le 12 tribù di Israele, noi abbiamo il numero 7 che indica la perfezione, la totalità, l’infinito. Vuol dirci l’evangelista, che il disegno di Dio sul mondo si realizzerà quando, Israele per primo, ma poi tutti gli altri popoli, avranno udito e accolto il Vangelo. Difatti, nel Vangelo secondo Luca, i 12 sono già stati inviati alle 12 tribù di Israele e adesso, questi 72, sono inviati a tutti i popoli.
Il secondo messaggio che ci viene dato. Questi 72 non appartengono al gruppo degli apostoli, dei 12, sono dei semplici discepoli, dei laici diremmo noi oggi, e allora la missione di portare il Vangelo nel mondo, di coinvolgere tutti i popoli in questo disegno di salvezza, non è affidata alla gerarchia, al clero, ma a ogni battezzato. Ogni battezzato si deve sentire responsabile di questa missione! Il terzo messaggio. Che cosa sono inviati a fare? Dice il testo “Gesù li ha inviati davanti al suo volto”. Sono inviati a preparare le persone ad accogliere questo volto di uomo nuovo che è quello di Gesù di Nazareth, il volto bello, il volto del Figlio di Dio. Non devono quindi presentare se stessi, ma disporre le persone ad accogliere Cristo, ad accogliere il Vangelo. Quarto messaggio. “li invia due a due”. L’annuncio del Vangelo è opera di una comunità, non è un’inventiva individuale! Chi annuncia il Vangelo è parte di una comunità, per essere comunità bisogna essere almeno in due ed è interessante che nella Chiesa primitiva, i discepoli andavano ad annunciare il Vangelo sempre in coppia: Pietro e Giovanni, Vanessa e Maria, Paolo e Barnaba partono per il primo viaggio; Paolo e Silvano partono per il secondo viaggio. Questi due devono sentirsi parte della Chiesa universale, inviati dalla Chiesa.
Quale la disposizione interiore con cui questi inviati dovranno svolgere il compito che Gesù ha affidato loro: … “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!... Per far comprendere a ogni discepolo la missione che è chiamato a svolgere, Gesù impiega l’immagine della mietitura: l’agricoltore, quando si trova di fronte al campo e vede che il grano è maturo, gioisce. È l’invito che Gesù fa a vedere l’umanità come la vede Dio, cioè pronta, matura per accogliere il Vangelo, per accogliere Cristo. È l’invito a farla finita con certe espressioni che noi sentiamo ripetere da tanti cristiani: “È inutile annunciare il Vangelo… nessuno ci ascolta… la gente pensa ad altro…”. Se sei un discepolo convinto, tu vedi questa umanità come la vede Gesù, matura, pronta per accogliere il Vangelo perché programmata per questo.
“Gli operai sono pochi”: Ed è vero, sono davvero pochi quei battezzati che sanno che devono essere apostoli e allora che fare per aumentare questi operai? “Pregare il padrone della messe”. Non si tratta di convincere Dio a fare ciò che Lui deve fare, perché è Lui che è più interessato di noi a questa umanità. La preghiera, per fortuna, non cambia Dio, cambia colui che prega. Se prima eri impigrito, non eri cosciente del compito che eri chiamato a svolgere, quando tu preghi entri in sintonia con i pensieri di Dio e vedi questa umanità che è in attesa dell’annuncio che tu sei chiamato a fare. “La preghiera è perché il Signore mandi operai”. Il verbo greco impiegato è “cacciar fuori”. Cacciar fuori da che cosa? Questi cristiani che si rintanano nelle loro pigrizie, nei loro scoraggiamenti, devono essere cacciati fuori, devono essere stanati quindi dalle loro paure e anche dalla disistima che hanno di se stessi. La preghiera stana anche da queste pusillanimità, libera anche dal pudore di presentarsi come credenti in una società dove la proposta di Cristo non va di moda.
E che cosa devono aspettarsi questi inviati? Come verranno accolti? “Tenete presente – dice Gesù – che arrivate in un mondo di lupi”. Si sentono le persone che dicono: “Ma ci troviamo in una società che è regolata dall’edonismo, dalla ricerca del piacere che è l’unico obiettivo per tante persone; la società è violenta, aggressiva, non c’è rispetto, c’è sfruttamento, soprusi…”. Cosa ti aspettavi? Il lupo è il simbolo della violenza, della tracotanza, il simbolo della logica che regge il mondo vecchio, quello della competizione per cui prevale chi è più forte, più abile e chi è debole viene sottomesso, viene sbranato. Questo è il mondo a cui tu sei inviato! Se fosse già un mondo redento non ci sarebbe bisogno di andare ad annunciare il Vangelo che lo redime, ma se tu non annunci il Vangelo, questo mondo, rimarrà sempre così… un mondo di lupi. In questo mondo, tu entri come agnello sapendo qual è la sorte che ti aspetta, quella che il Maestro ha avuto. L’agnello indica la mansuetudine, la debolezza, la fragilità, non toglie la vita a nessuno… l’agnello dona la vita! È un costruttore di un mondo di pace, un mondo dove non c’è competizione, dove c’è amore gratuito anche per il nemico, anche per colui che ti fa del male. Questi discepoli dovranno quindi vigilare su se stessi perché potrebbero riemergere in loro i sentimenti e i comportamenti dei lupi: la rabbia, il risentimento, la volontà di prevalere, di prevaricare… Lo sappiamo che nella storia della Chiesa, purtroppo, questo è accaduto.
A volte ci sono dei ragionamenti che ti dicono che comportarsi un po’ da lupi dà risultato. Papa Gregorio Magno fa una riflessione molto bella sul fatto che Gesù manda due a due… per quale ragione li ha mandati due a due? Perché sono dei fratelli, non sono degli amici, gli amici li scegliamo, i fratelli sono quelli che ti capitano e può darsi che siano simpatici, o meno simpatici. Si deve andare in due perché se al mondo si presentano in due, che pur essendo diversi, litigando anche, ma continuano ad amarsi, allora danno il segno che è arrivata nel mondo la comunità composta da coloro che si vogliono bene anche se la pensano in un modo diverso.
Gesù chiarisce come devono presentarsi alla gente questi inviati: Non portate borsa, né sacca, né sandali … Nel mondo vecchio, dove la norma accettata da tutti è quella della competizione, colui che è abile, colui che è forte, può accumulare beni, può arricchire; nel mondo nuovo questo non è possibile perché la regola è quella della condivisione. Quando uno ha dei beni e vede il proprio fratello nel bisogno, fosse anche un suo nemico, glieli consegna. Ecco la ragione per cui Gesù dice che chi appartiene al mondo nuovo ed entra in questo mondo di lupi, non può presentarsi con la borsa. A che cosa serviva la borsa? Loro non avevano tasche in quel tempo, i soldi li mettevano nella borsa che poi legavano alla cintura; il discepolo non può presentarsi con la borsa perché non può avere del denaro accumulato. Se tu hai accumulato dei beni, vuol dire che sei stato un lupo, non un agnello e anche se parli di Vangelo ma hai la borsa, nessuno ti crederà perché tu appartieni ancora al mondo vecchio, quello dell’accumulo.
“Non potrai avere una sacca”. La sacca dove si metteva il pane, perché? Perché tu ti accontenti del pane quotidiano! Se hai del pane nella sacca, vuol dire che non sei stato attento a chi aveva fame, perché avresti dovuto consegnarlo. “I sandali”. Non portare i sandali. Tu li devi calzare, perché andavano scalzi i prigionieri, le persone in lutto e gli schiavi… Tu sei una persona normale, calzi i sandali ma non devi portare sandali, cioè portare un fardello, non potrai avere in un paio di scorta, perché se tu ti presenti con un paio di sandali di scorta, vuol dire che non sei stato attento a chi non aveva sandali e tu glieli avresti consegnati. Siamo davanti a un linguaggio paradossale, ma il messaggio è chiaro ed estremamente attuale, Gesù invita a rivedere i comportamenti dei cristiani e anche le strutture ecclesiali che dovrebbero essere ridotte davvero all’essenziale, a ciò che è davvero indispensabile. Sappiamo bene quale scandalo e quale contro-testimonianza costituiscano certe strutture enormi che sono simbolo di ricchezza e di potere. L’unico tesoro con il quale il discepolo si presenta è quello del messaggio del Vangelo che annuncia, non è un’ideologia che lui deve imporre, è una proposta di vita e la Chiesa, lo sappiamo, perde di credibilità quando vuole competere con i poteri sia politici che economici! Poi Gesù dice che questi discepoli, questi apostoli “non devono fermarsi a salutare qualcuno”. Qui Gesù intende sottolineare l’urgenza della missione, non c’è tempo da perdere in chiacchiere inutili, in pettegolezzi. Poi, “quando si entra nella casa”.
Saranno due ambienti in cui il discepolo entra per portare il Vangelo: la casa e poi la città. Quando entri in una casa, prima cosa da dire: “Sono venuto a portarti la pace”. La casa indica il contesto familiare, è lì che deve essere portata la pace, il mondo nuovo, la condivisione, il Vangelo; ma la casa indica anche l’intimo di ogni persona, non soltanto le pareti. Quando lascio entrare uno nella mia vita ecco che entra nella mia casa, il Vangelo chiede ospitalità nel cuore di ogni persona. Che cosa devi annunciare tu che porti il Vangelo? I non credenti hanno ridotto il Vangelo alle proposte morali che sono vere, ci sono anche delle scelte impegnative dal punto di vista morale, ma il messaggio principale è quello della gioia, quello della pace. Abbiamo sentito tante persone a volte ripetere: “Non ho pace” ed è vero… forse sono in un momento particolare di sconforto perché hanno commesso degli errori anche gravi. Non ho pace perché ho condotto una vita fatta di compromessi, ho commesso ingiustizie, ottenuto ricchezze e successo un po’ con ogni mezzo, senza farmi degli scrupoli! L’annunciatore del Vangelo non arriva con rimproveri: “Sono venuto a portarti la gioia, a portarti la pace”. Questa pace però va accolta… “Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui”. Se sarà pronto ad accogliere questa liberazione da tutto ciò che non è amore, nel suo cuore e in questa famiglia entrerà la pace. “… altrimenti, tornerà su di voi” Tornerà su di voi non è il rifiuto, adesso, di chi non è ancora preparato ad accoglierla, torna a te affinché tu la rilanci, la riproponi.
“Restate in quella casa mangiando quello che vi mettono a disposizione perché l’operaio…”. e chi annuncia il Vangelo è uno che sta lavorando, è molto impegnativo”. Paolo chiama questo un lavoro faticoso… bene, ha diritto ad avere ciò che è necessario per la vita. “L’apostolo – dice Gesù – accetti l’invito che gli viene fatto…”. Coloro che hanno accolto il Vangelo può darsi che ti invitino ad entrare nella loro casa e a sederti alla loro mensa. “… accontentati del cibo frugale che ti viene posto innanzi, adattati agli usi e costumi di chi ti ospita senza guardare con sospetto alle sue abitudini, alle sue tradizioni”. Era di grande attualità questo messaggio al tempo di Luca perché, gli ebrei per esempio, ma ancora oggi si fanno scrupolo con i cibi, il cristiano no! Tutte le creature sono benedette da Dio, sono opera del Creatore, non ci sono creature impure come non ci sono, naturalmente, uomini puri e uomini impuri… tutti sono figli di Dio! Ecco, il cristiano che è invitato a prendere il cibo da qualcuno che è grato per l’annuncio che ha ricevuto, non badi a queste distinzioni, accolga quello che gli viene offerto.
E poi “non passate da una casa all’altra”. Cosa vuol dire? La tentazione è quella che l’apostolo possa trovare una sistemazione sempre più comoda, cioè si adatta all’inizio a quello che trova, che può essere un alloggio di fortuna, ma poi, dopo uno gli offre un ambiente migliore e poi si finisce per arrivare nei palazzi. Gesù dice: “Fermatevi nella prima casa, che è certamente quella con delle condizioni più complicate, più difficili!”. Si potrà essere accolti con benevolenza, ma si potrà anche essere rifiutati. Gesù ci dice come devono comportarsi gli apostoli quando sono rifiutati, scacciati da una casa, sentiamo: Quando entrerete in una città … Il discepolo è inviato ad annunciare il Vangelo nelle case, cioè nel privato, lo annuncerà ai singoli e creerà uomini nuovi, persone che ragionano in modo diverso, che parlano in un modo nuovo, che svolgono la professione in modo nuovo. Lo annuncerà alle famiglie, nasceranno famiglie nuove dove regna l’amore, l’armonia, la fedeltà, dove non si litiga più per l’eredità. Ma non deve essere annunciato solo nelle case, nel privato, deve essere annunciato nelle città, cioè in luogo pubblico. Questo significa che il Vangelo deve trasformare non solo le singole persone, deve trasformare tutta la società.
Se la società era quella dei lupi che si sbranavano, che costruivano bombe per rapportarsi in una posizione di forza rispetto agli altri, adesso deve entrare nella società la logica del Vangelo che è quella dell’amore, i lupi devono essere trasformati in agnelli. Può capitare anche che annunciando il Vangelo a tutta la società, si possa essere accolti o rifiutati, cioè la società vecchia può voler continuare una logica di Caino, la logica dei lupi. Che cosa deve fare il discepolo che annuncia il Vangelo nella città, vorrebbe cambiare il mondo? La prima ipotesi che venga accolta, dice Gesù: “Mangiate quello che vi è offerto”. Cioè sedetevi a tavola, al banchetto, vuol dire entrate in armonia con queste società alle quali voi volete annunciare il Vangelo. Vuol dire non dovete avere delle preclusioni ideologiche, culturali, politiche e nemmeno religiose, adattatevi ai costumi locali, rispettate le culture di ogni popolo. Quando uno si siede a tavola vuol dire che c’è armonia, c’è rispetto. “E poi prendetevi cura degli infermi che vi si trovano”. Non vuol dire presentatevi e mostrate che sapete fare miracoli sostituendovi ai medici, no, nulla di tutto questo… prendetevi cura dei malati, degli infermi, delle persone deboli – e diciamolo – con gioia. La Chiesa in questo aspetto si è comportata molto bene, li conosciamo tutti i santi della verità e anche oggi ovunque ci siano delle situazioni di disagio, lo sappiamo, senza far rumore, senza mettersi in vista, lì sono presenti coloro che annunciano, e praticano anche, il Vangelo.
Ma può capitare anche di essere rifiutati: “Scuotete la polvere …”. Stiamo attenti a capire bene queste parole di Gesù perché prese alla lettera contraddicono tutto il resto del Vangelo. Cosa significa scuotere la polvere dei piedi? Gli ebrei quando uscivano dalla terra d’Israele e andavano in terra pagana, quando tornavano non volevano contaminare la Terrasanta con la polvere della terra pagana, allora scuotevano tutta questa polvere dai loro piedi. Vuol dire Gesù: “Quando voi vi rapportate con una società che è regolata ancora dalla logica antica della competizione, venite rifiutati, state attenti, non vi deve rimanere attaccato nulla della logica pagana con la quale voi siete entrati in dialogo”. Vuol dire che dialogare non significa accettare compromessi, rinunciare alla propria identità di credenti. A volte, per essere simpatici, per mostrarsi al passo con i tempi, il cristiano può essere tentato di far perdere al Vangelo il suo sapore per renderlo più accettabile ai destinatari… non questo, il Vangelo deve rimanere puro. Questo non significa se io rifiuto anche la polvere della logica pagana, non significa che rifiuto i pagani, che rifiuto i destinatari del Vangelo. Difatti, Gesù dice: “Alla fine dite sempre: è giunto a voi il regno di Dio”. Quindi quello scuotere la polvere dai piedi non significa il rifiuto delle persone, ma anche solo della polvere della logica, che è quella del mondo vecchio.
E poi c’è una minaccia finale: “Dite alle persone che Sodoma e Gomorra saranno trattate meno duramente della vostra città”. È il linguaggio crudo che adoperano spesso i predicatori semiti, vuole indicare una cosa sola, la grande responsabilità che hanno coloro che rifiutano il Vangelo, si rovinano come si è rovinata Sodoma che ha rifiutato gli angeli che le erano stati inviati. Una società che rifiuta il Vangelo continuerà ad essere una società di lupi e quindi fa del male a se stessa. È solo questo che vuol dire l’immagine di Sodoma. Il risultato che hanno ottenuto i discepoli che sono stati inviati in missione: I settantadue tornarono pieni di gioia … I discepoli che hanno svolto bene la loro missione “tornano da Gesù colmi di gioia”. La gioia è sempre il segno della presenza di Dio, hanno svolto bene la loro missione e sono sorpresi, dicono a Gesù: “Abbiamo visto che di fronte all’annuncio del tuo Vangelo, i demòni hanno cominciato a indietreggiare, ad essere sconfitti”. Gesù conferma la loro impressione: “Io ho visto satana cadere dal cielo come folgore”. Cosa sono queste immagini impiegate dai discepoli e da Gesù… i demòni, satana? Sono quelli che hanno retto il mondo vecchio, che hanno creato la società dei lupi prima dell’annuncio del Vangelo. Chi sono questi demòni? Sono gli idoli che hanno retto il mondo, sono quelli che gestiscono la società antica. Chi è che muove il mondo vecchio? Il denaro, l’attaccamento ai beni, la ricerca del successo, della carriera, della visibilità, del dominio sugli altri… sono questi i demòni che creano la società vecchia; quando arriva il Vangelo, questi demòni sono destinati alla sconfitta. Noi pensiamo che questi demòni, saranno sempre loro a governare il mondo… non è vero! L’annuncio del Vangelo, ne hanno fatto l’esperienza questi discepoli fedeli, l’annuncio del Vangelo è più forte! Tante volte noi cristiani non abbiamo la certezza, non abbiamo questa fede che la Parola del Maestro cambia i cuori e cambia la società, è una vittoria inarrestabile. Viene impiegata un’immagine adesso da Gesù che è un’immagine biblica, “Vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni, sopra ogni potenza del nemico, nulla potrà danneggiarvi”. Notiamo… non dice che ha eliminato dal cammino dei discepoli l’incontro con animali pericolosi! Questi demoni sono sempre pericolosi e con loro bisogna continuare a confrontarsi. Gesù dice: “potete camminare in mezzo a queste belve pericolose, ma non sarete loro preda”. Non è una vita facile quella che Gesù promette, ma una vita vittoriosa se abbiamo fede nella forza del Vangelo che annunciamo.
Chi sono questi serpenti e questi scorpioni? Basta richiamare il Salmo 91 che tutti noi conosciamo: “Il Signore darà ordine ai suoi angeli di custodirti nelle tue vie, nelle sue mani questi angeli ti porteranno perché il tuo piede non inciampi nella pietra – poi continua – tu calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi”. Sono immagini per dire che il discepolo non deve avere paura, ha al suo fianco il Signore e la forza del Vangelo. Incontreranno opposizioni questi inviati, gli animali pericolosi ci saranno, ma saranno calpestati dal discepolo, non le persone, la logica del mondo vecchio… sono questi i nemici, l’attaccamento ai beni, al denaro, alla carriera, questi sono i nemici del Vangelo.
Queste parole quindi di Gesù suonano condanna di tutti i pessimismi, sono una smentita di chi non fa che dolersi e ripetere sconsolato che il mondo andrà sempre peggio… non è vero! Chi dice queste cose vuol dire che non crede nella forza del Vangelo, Gesù ha promesso che chi annuncia il Vangelo assisterà a questi cambiamenti radicali del mondo vecchio, vedrà nascere il mondo nuovo.
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