DOMENICA DI PASQUA
- don Luigi
- 19 apr
- Tempo di lettura: 14 min
Dal Vangelo secondo Giovanni (20,1-9)
Il primo giorno della settimana, al mattino presto, le donne vennero al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Le donne trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
E avvenne, mentre le donne non capivano più nulla dell’accaduto, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti il Vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno””. Ed esse si ricordarono delle sue parole.
Tornate dal sepolcro, le donne annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse.
Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Molti conoscono e ammirano Gesù di Nazaret, lo ritengono un uomo saggio retto, generoso, vissuto in Palestina al tempo dei primi due imperatori romani Augusto e Tiberio. Il procuratore Ponzio Pilato lo ha condannato al supplizio della croce. Trent’anni dopo la sua morte, un altro procuratore romano Porcio Festo, quando, arrivato a Cesarea, per prendere possesso della residenza riservata ai procuratori romani, ha visitato le prigioni e lì, ha trovato un certo Paolo di Tarso. Si è informato di che cosa fosse accusato, e gli hanno risposto: “è uno o due anni che è qui in prigione, per questioni religiose. Si tratta di un certo Gesù di Nazaret che i suoi accusatori, gli scribi e i sommi sacerdoti del Tempio di Gerusalemme dicono che è morto, mentre invece Paolo sostiene che è vivo”. Questa era la questione che divideva il mondo giudaico da trent’anni. La domanda era: Gesù di Nazaret è morto o è un vivente? Risorto a nuova vita è il Signore della vita? Oggi per molti, Gesù è solo l’annunciatore di un messaggio d’amore sublime, difficile da praticare, ma tutti si rendono conto ed ammettono che essere realmente uomini significa amare, come lui ha amato e vivere come lui è vissuto. Tuttavia, questo sublime messaggio, che lui ci ha lasciato, avrebbe senso, starebbe in piedi lo stesso anche se lui rimanesse morto e molti, oggi, anche fra i cristiani, apprezzano la sua dottrina, le sue proposte morali, ma accantonano l’interrogativo che invece sta alla base della fede cristiana: Gesù è Risorto oppure è rimasto nel sepolcro?
Nel brano evangelico di oggi, per sette volte risuonerà una parola che a noi fa paura e che non vorremmo ascoltare “menemeion” in greco, sepolcro che ha la stessa radice di ricordo “anamnesi”, con questo sepolcro si sono confrontati i primi discepoli e dobbiamo fare i conti anche noi, e non rimuoviamo le domande che ogni tomba ci pone. Nel racconto della Risurrezione che tra poco noi ascolteremo, quello secondo il Vangelo di Giovanni, noi vedremo che non comparirà Gesù, non ci saranno apparizioni di angeli o di altri personaggi misteriosi, che spiegano come mai il sepolcro è vuoto. No, nessuno, nessuna apparizione di questo tipo.
Noi incontreremo tre persone che sono come noi: una donna, Maddalena e due uomini – Pietro e un discepolo senza nome – e questi tre si troveranno di fronte alla stessa realtà, l’unica che tutti possono verificare: la pietra del sepolcro è stata rimossa, il sepolcro è vuoto, e questo fatto materiale verificabile da tutti… pone degli interrogativi. Questo è l’unico fatto storico! La tombaè stata trovata vuota, e lo storico, ovvero ciò che si può provare, si ferma qui! Da qui in avanti non ci sono prove… c’è la fede. Noi vedremo che i tre personaggi giungeranno a conclusioni diverse, di fronte all’unica realtà che tutti vedono…. e il brano evangelico, ci inviterà a identificarci con uno di questi tre personaggi.
Il primo: una donna, la Maddalena che, di fronte alla pietra rotolata via, trae l’unica conclusione che le pare ragionevole, il corpo del Signore è stato trafugato. Questo è ciò che tutti possono verificare, e con questa prima reazione della Maddalena possono identificarsi coloro che, di fronte agli interrogativi che pone la tomba, rispondono in base a ciò che può essere provato; tutto è finito con la morte, abbiamo un cadavere…. non vediamo altro, non pensano neppure che ci possa essere un qualcosa, che va al di là di ciò che i nostri occhi possono vedere.
Il secondo personaggio: Pietro che vede le stesse cose della Maddalena, ma non arriva subito alla stessa conclusione, gli pare tutto molto strano: vede delle bende ripiegate in modo particolare, e non capisce per quale ragione uno che vuole portar via la salma, prima la spoglia, e poi la porta via…. nuda. La reazione, rimane perplesso, non sa che cosa dire, e questa posizione di Pietro è quella con la quale possono identificarsi oggi coloro, che di fronte agli interrogativi che pone una tomba, cominciano a riflette, ma non trovano risposta, rimangono sconcertati, perplessi come Pietro; e dicono… ma… forse… chissà.
C’è un terzo modo di accostarsi alla stessa realtà: tomba vuota. le bende, i lini ripiegati…. è quella di chi ritiene possibile che sia accaduto qualcosa che va al di là dello storico, al di là del verificabile, al di là di ciò che noi possiamo provare con i nostri sensi. È la posizione di chi comincia a credere che oltre alla tomba… ci possa essere un’altra vita, è la posizione di chi comincia a credere che Gesù è Risorto. E questo discepolo senza nome, non sarà però il primo che giunge alla luce piena della Pasqua, sarà la Maddalena, ad annunciare ai fratelli: “Io ho visto il Signore”
Ci chiediamo, come hanno fatto queste tre persone a giungere a credere? Il cammino che loro hanno percorso, è quello che oggi viene proposto a noi. Sentiamo come viene introdotto il primo personaggio, la Maddalena: Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”.
La Maddalena, il primo personaggio è una discepola ben nota nella comunità primitiva, di lei si parla per la prima volta capitolo otto del Vangelo secondo Luca, dove viene presentato un gruppo numeroso di donne, che seguono Gesù e i discepoli e li assistono con i loro beni. Purtroppo, a partire dal VI secolo Maria di Magdala è stata identificata con Maria di Betania e poi, siccome Luca dice che Gesù aveva scacciato da lei sette demoni, si è pensato che avesse condotto una vita dissoluta, prima di incontrare Gesù, e allora l’hanno identificata con la peccatrice, che ha cosparso di olio profumato i piedi di Gesù, e della quale parla Luca, al capitolo sette. Maria di Magdala non ha nulla a che vedere con queste due donne, quando si dice che ha scacciato sette demoni vuol dire che Gesù l’ha curata da una grave malattia, e tutti i Vangeli ce la presentano in due momenti importanti: sul calvario, lei è presente nel momento della morte di Gesù e alla sepoltura e poi la sua visita al sepolcro, nel mattino di Pasqua. L’evangelista Giovanni presenta la Maddalena con un’immagine biblica presa dal Cantico dei Cantici, dove l’innamorata va in cerca del suo diletto. Dopo varie peripezie e ricerche lo trova e lo stringe a sé.
L’innamoramento è un’immagine biblica a partire da Osea in avanti e del Vangelo di Giovanni, la figura di Gesù lo sposo, è un filo d’oro che accompagna tutto il Vangelo. Ricordiamo all’inizio il Battista, il quale disse: “non sono io lo sposo, io sono un amico dello sposo. Io sento la voce dello sposo che sta per giungere”, ecco la Maddalena, è presentata come l’innamorata di Gesù. Nulla di erotico.
Osea presenta queste infatuazioni con un’immagine molto bella:” sono come la nube del mattino, come la rugiada quando arrivano all’alba i primi raggi del sole, subito svaniscono” …. e ci sono gli ammiratori di Cristo, ma l’ammirazione non è l’innamoramento. Veri innamorati sono coloro che rimangono coinvolti e si giocano la vita sulla proposta che ti fa la persona amata. E la Maddalena non era un’ammiratrice, era stata coinvolta nell’amore per Cristo, perché da quando l’aveva incontrato, tutto era cambiato nella sua vita…. aveva acquistato un senso nuovo. Se tu non sei innamorato di Cristo, non arriverai mai a credere che lui è Risorto. A volte c’è qualcuno che dice: prima dammi le prove che Cristo è Risorto, dopo io credo in lui e mi innamoro, no! Non è questo il cammino, se tu non ti innamori, non arriverai a credere che lui è Risorto. Non ci sono prove verificabili che lui è Risorto, ci sono delle ragioni… è molto ragionevole tutto ciò che lui ha proposto; è ragionevole credere, ma non ci sono prove.
Tu arrivi a credere dopo che ti sei innamorato di Lui, prima quindi lo conosci attraverso il Vangelo, e se lo conosci davvero non ci scampi, ti innamori. Dopo che ti sei innamorato lo vedi vivo. Che cosa fa la Maddalena? Viene notato nel brano evangelico, il tempo: è l’alba, quando c’è ancora tenebra, la notte non è ancora terminata. Questa annotazione indica, da un lato la fretta di Maria di giungere al sepolcro… è proprio l’innamorata, ma qui c’è il simbolismo della tenebra, ricordiamo, la tenebra che ha avvolto il mondo, nel momento in cui sembra che il male, la menzogna e l’odio abbiano vinto; ecco l’immagine della tenebra, anche quando Giuda esce dal cenacolo era notte!
Questa notte, adesso, comincia a dissolversi; questo buio rappresenta il buio interiore che è nel cuore della Maddalena; è l’interrogativo che la inquieta e al quale non trova risposta. Quell’interrogativo che sentiamo noi, quando perdiamo una persona della quale siamo innamorati. Il rapporto d’amore è finito per sempre? Ecco ciò che prova nel cuore La Maddalena e che cosa vede? In tutto il brano c’è un’attenzione particolare sul verbo vedere, noi abbiamo solo il verbo vedere, ma nel linguaggio greco ci sono molti verbi, con diverse sfumature di questo modo di vedere, e noi lo noteremo.
Lo sguardo della Maddalena viene presentato con un verbo che significa ciò che io posso vedere con i miei sensi, con gli occhi materiali, quello che possono vedere tutti; e lei che cosa vede? Vede che è stata tolta la pietra dal sepolcro, non entra nemmeno per vedere se manca il corpo di Gesù. Che cosa ci vuole dire l’evangelista, con la figura di questa donna? Ci dice: che chi è davvero innamorata di Cristo, non può più stare senza di lui, non avrebbe più senso la sua vita. Se non proviamo questa passione, allora Gesù, per noi è una persona marginale. Nella nostra vita sono altre le persone e le cose che ci interessano veramente e che decidono le nostre scelte. Quindi che Gesù sia Risorto o no, in fondo, ci interessa poco, se non siamo innamorati. La Maddalena invece non può più fare a meno di Lui. Proviamo a chiederci: È questo il mio rapporto con Gesù di Nazaret? È un innamoramento o sono un ammiratore?
E che cosa fa la Maddalena? Adesso corre, va da Simon Pietro e dice: “hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”. Che cosa fa la Maddalena? Coinvolge nella sua ricerca i fratelli della comunità, non compie da sola questo cammino che la porterà a vedere il Risorto non con gli occhi materiali, perché gli occhi materiali non possono vedere un Risorto. Il suo è uno sguardo autentico, vero, uno sguardo che va al di là del verificabile; è quella Beatitudini che Gesù dice: “i puri di cuore vedranno Dio”, giungeranno a vedere l’invisibile. Lei sa, che ci sono innamorate di Gesù come lei e più di lei ... i discepoli, Pietro e gli altri 10. E allora che fa? Va da loro, perché insieme con loro, vuole vivere questo momento di buio e di crisi. Ed è bello il messaggio per noi, l’amore per Cristo non va vissuto in modo individuale intimistico, ma in unione con tutti i fratelli della comunità e la Maddalena comunica, a questi fratelli, ciò che materialmente ha visto… la sua prima supposizione: hanno trafugato il corpo del Signore. Poi la Maddalena esce momentaneamente di scena.
Adesso entrano in scena altri due discepoli, più avanti l’evangelista Giovanni racconterà il seguito del cammino di fede di questa innamorata. Sentiamo adesso come reagisce dietro al messaggio della Maddalena: Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Dopo La Maddalena, altri due discepoli corrono sepolcro. Il primo lo conosciamo molto bene è Pietro, l’altro un discepolo senza nome, la tradizione lo ha identificato con Giovanni di Zebedeo, no, non era Giovanni… va lasciato senza nome, perché questa figura ha certamente un carattere simbolico, ed è stata introdotta dall’evangelista, per rappresentare il discepolo autentico. Quindi è un invito che ci fa, ad identificarci con questo discepolosenza nome; quando è che compare nel Vangelo secondo Giovanni? Vediamo di ripercorrere insieme i momenti. Entra in scena da subito, all’inizio è un discepolo del Battista, insieme con Andrea, fratello di Simon Pietro, ed è quando il loro maestro, indicando Gesù dice: “Ecco l’agnello di Dio” … un discepolo senza nome immediatamente, senza esitazioni, segue Gesù. Poi compare durante l’ultima cena, ad un certo punto, Gesù dice: “uno dei dodici mi consegnerà”. Pietro non capisce, non ha la sensibilità di rendersi conto chi sta dalla parte di Gesù e chi sta contro. Il discepolo amato invece, conosce i segreti intimi del cuore di Gesù, che sa distinguere chi sta dalla parte del maestro, dell’uomo nuovo e chi invece è legato ancora al mondo vecchio.
Poi, durante la passione, quando tutti scappano, è un momento difficile, di crisi, il discepolo amato sta sempre accanto al Maestro, anche se tutti fuggono, lui sta con Gesù. Poi giunge fino al calvario e vede il Maestro donare la vita. C’è poi la scena che stiamo esaminando al sepolcro, e ricomparirà poi per due volte, sul lago di Tiberiade, dove lui lo indicherà in quell’uomo che si trova sulla riva, il Signore.
Vediamo adesso che cosa accade al sepolcro, quando questo discepolo giunge per primo, si china e osserva i lini e il sudario, ma non entra, si china. Abbiamo la fortuna di avere a Gerusalemme un sepolcro stupendo, quello della regina Adiabene, contemporaneo al sepolcro di Gesù e quindi ci aiuta a capire com’era fatto. La porticina di ingresso al sepolcro è bassa, bisogna chinarsi. È ciò che viene notato e come ha fatto questo discepolo. Erano di due tipi loculi dei sepolcri del tempo di Gesù a Gerusalemme, uno detto “Cochim” loculi come quelli che abbiamo noi, dove infiliamo dentro la cassa con il defunto. L’altro loculo è quello che viene indicato ad arco soglio, era una nicchia semicircolare, con un piano di appoggio, quello di Gesù, con tutta probabilità era come quello che viene indicato ad arco soglio. Che cosa fa questo discepolo? Osserva, osserva i lini, non le bende, perché quelle ci fanno pensare alle fasce con cui venivano avvolte le mummie egiziane, no, gli ebrei del tempo di Gesù avvolgevano il defunto in un lenzuolo che era lungo 4 metri, largo uno, veniva posto sotto la salma e poi fatto passare sopra la testa e portato il capo fino giù ai piedi, poi con tre bende, questo lenzuolo veniva fissato al corpo, fatto aderire; una benda veniva posta a livello del collo, una alla vita e una alle caviglie. Come vede questo lenzuolo, il discepolo, che guarda dentro il sepolcro, lo vede sgonfio come se quel lenzuolo si fosse afflosciato. Era nella stessa posizione di prima ma era sgonfio, perché non c’era più il corpo e c’erano ancora i lacci che legavano quel lenzuolo, ma non c’era più la salma.
Rimane chiaramente stupito questo discepolo, non capisce, rimane, e continua a riflettere nell’attesa che arrivi Pietro. Non entra e questa attesa diventa catechesi, perché qui ci sono due discepoli innamorati del Maestro; due indica tutta la comunità, e cercano una risposta all’interrogativo che hanno nel cuore: dov’è finito, colui che da quando noi lo abbiamo incontrato, la nostra vita ha assunto un altro senso? E cercano insieme … uno arriva prima, perché più innamorato di Pietro, lui arriva sempre prima di Pietro, ma aspetta il fratello che cerca una risposta. Li troviamo sempre insieme – nel Vangelo secondo Giovanni – questi due discepoli. È bella la nostra Chiesa, che è rappresentata da questi due discepoli… uno che arriva prima e l’altro, che arriva dopo. È nata diversa la nostra Chiesa, e riesce a tenere le persone unite, anche se sono tanto diverse; sanno aspettarsi, rispettarsi, la Chiesa sa capire le incertezze, la lentezza a credere, le fragilità dei fratelli. Ecco che cosa ci dice questa attesa del discepolo che, più innamorato, corre più di Pietro, ma sa aspettare suo fratello.
È catechesi per noi, oggi, ed ecco che adesso arriva anche Pietro sentiamo: Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e cominciò a credere. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Il discepolo che era giunto per primo al sepolcro lo abbiamo visto, non è entrato, si è limitato a osservare da fuori, ciò che era rimasto in questo loculo, là su quel ripiano dell’arco soglio. Pietro invece entra, e che cosa vede? Nulla più di quanto ha visto da fuori il primo discepolo, il lenzuolo che era afflosciato, non c’era più la salma e il sudario che era sulla testa di Gesù, in un luogo a parte, ripiegato, era avvolto come se avesse conservato la forma del capo di Gesù, non era afflosciato come il lenzuolo di lino. È forse a questo punto che i due discepoli hanno cominciato a capire: non è possibile che la salma di Gesù sia stata trafugata, un ladro non lascia le cose in ordine, in questo modo … e perché spogliare una salma per portarla via nuda.
Lo sguardo di Pietro è presentato dall’evangelista con un verbo che indica un contemplare, un riflettere su ciò che si ha davanti agli occhi. In questo contemplare sono certamente affiorati in Pietro i ricordi dei tre anni trascorsi con Gesù e le parole e lui aveva detto, riguardo al destino che lo attendeva: “il figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini, lo flagelleranno, lo condanneranno a morte, lo uccideranno, ma il terzo giorno Risorgerà” il terzo giorno è un’espressione biblica, ricorre almeno una ventina di volte nella Bibbia, non indica il dopodomani, ma indica il destino ultimo, l’ultima parola – intendeva dire Gesù – non l’avrà la morte. E Pietro comincia a capire: allora era vero ciò che Gesù aveva annunciato, il destino finale di una vita donata, non è il sepolcro, ma l’ingresso nella pienezza di vita. Pietro comincia a ricordare ciò che il Maestro aveva annunciato, riguardo al suo destino. Non c’è stata alcuna apparizione di angeli e di altri esseri misteriosi. È iniziata in Pietro una rivelazione interiore, ma non è ancora giunto a vedere il Risorto.
È a questo punto che nella tomba entra anche l’altro discepolo che, giunto per primo, dice l’evangelista: “vide e cominciò a credere”. È il vedere proprio della fede. Il vedere ciò che gli occhi materiali non possono vedere, se io partecipo ad un funerale c’è un vedere che è quello di tutti, vedono una bara con una salma, ma c’è un altro vedere che è quello del credente, che vede al di là di ciò che vedono tutti; vedono dove si trova quel fratello o quella sorella, che ha lasciato in questo mondo quella salma che verrà dispersa nella terra. Eccolo il vedere di questo discepolo amato, vede al di là del verificabile, di fronte ai segni della morte, la tomba, le bende, il sudario, il discepolo amato comincia a percepire il mistero della Pasqua, la vittoria della vita. Non arriva però ancora a gridare, come farà la Maddalena: “ho visto il Signore”, ho visto dov’è finito l’amato. Come mai la Maddalena è giunta prima di Pietro e degli altri apostoli? Alla fede non si giunge attraverso prove razionali, non è pensabile la ragionevolezza, si Ama, e si giunge in tempi e modi diversi, perché per giungere alla Fede, entra in gioco l’Amore e chi più Ama Gesù, arriva prima a credere che Lui è vivente, il Signore della vita.
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